Il plastico del Lido

Il tracciato

  • Costruzione: 1971-1973;
  • Dimensioni: 3,0 x 1,7 metri.

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La storia

Passata l’infanzia, passata l’adolescenza, la prima grande svolta fu nel 1971 : lo zio Alberto aveva appena terminato il restauro della villa dei nonni e c’era a disposizione una grande stanza nel sotterraneo, tutta da arredare. Lo zio, che era rimasto affascinato dal mio primo e rudimentale plastico, mi chiese se ero disponibile a costruirne uno nuovo. Figuratevi!!
Così iniziò quella bella avventura : da giovane studente al 3° anno di Ingegneria fu facile disegnare i tracciati ( carta millimetrata allora…) ed il progetto prese corpo in breve. Avevo carta bianca, dovendo solo tener conto dei limiti di spazio (la stanza) e di tempo (promisi infatti di terminare tutto entro il 1973).
Il Progetto prevedeva un plastico su 3 tavoli affiancati con una superficie rettangolare di 3,0 x 1,7 metri, con un circuito a doppio binario ed un circuito indipendente al piano terra, dove avrebbe trovato posto la mitica stazione di Pergine col suo scalo merci. Tutti i 3 tracciati del piano terra prevedevano l’installazione dei pali per realizzare l’elettrificazione dei binari con una catenaria funzionante. Poi il circuito di montagna al centro del plastico, un “ 8 “ con nella parte superiore la stazione di Dubino col suo scalo.
Stilai velocemente la lista dei materiali necessari, binari, scambi, incroci, pali per elettrificazione e catenaria e tutto il resto. Ma il piacere immenso fu definire la lista dei rotabili : locomotori, locomotive, carri e carrozze. Tutto rigorosamente Rivarossi che nel frattempo era cresciuta a grande Azienda di fermodellismo. Ricordo tra tutti la Gr 691, grande e veloce locomotiva a vapore delle FS ed l’ E 646 grigio verde magnolia, locomotore elettrico che ha fatto la storia del traffico ferroviario italiano.
Ci fu qualche mese di attesa prima di ricevere una grande cassa di legno dalla Rivarossi, contenente tutto questo materiale : lo zio infatti si rivolse alla casa di Como in qualità di ingegnere libero professionista. Spiegò che doveva allestire un plastico ed ottenne delle condizioni favorevoli per l’acquisto dei materiali.
Così nell’autunno del ’71 iniziò il mio lavoro. Parallelamente mi interessai del paesaggio. A quel tempo esisteva praticamente solo la Faller, ditta tedesca che produceva e produce tutta una serie di accessori per plastici, case, casette, stazioni, alberi e quant’altro. Erano tutti prodotti in scatola di montaggio, da dipingere, assemblare etc. Ma era quello che bastava e trovai nel negozio di Sabbadin tutto il necessario.
In realtà il tempo a disposizione non era molto : lo studio mi assorbiva enormemente, poi c’era la morosa…..Riuscii però a lavorare con continuità, che è il vero segreto del fermodellista. Dedicando 3 o 4 ore alla settimana, più qualche giornata nei periodi di ferie. E’ anche vero che ricevetti aiuto dal falegname di casa per i profili curvi in compensato per supportare i binari in pendenza del circuito di montagna ed attraverso lo zio , dalla ditta elettrotecnica Peron che costruì a regola d’arte l’intero quadro comando.
Nonostante tutto ciò, arrivai a Dicembre ’73 con un certo ritardo. Fondamentalmente mancava tutto il decoro delle aree piane e delle montagne , pietruzze, erbette, cespugli, arbusti, alberi. Così passato il Natale di quell’anno, mi dedicai anima e corpo al completamento della struttura.
Alle ore 17,00 del 31 Dicembre 1973, il plastico era finito. Assieme alla morosa riuscimmo a prendere il treno per Calalzo e raggiungemmo Cortina, potendo dare l’annuncio (non delle nozze) a tutta la famiglia.

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